Covid, il nodo dei trasporti pubblici | Possibili nuovi provvedimenti per alleggerire la pressione su bus e metro

Redazione

Alcune Regioni avevano proposto la didattica a distanza per le superiori per non sovraccaricare i trasporti locali, ipotesi bocciata dal governo. Il ministro Speranza: “Smart working e orari scaglionati”

All’indomani del varo del nuovo Dpcm le Regioni sollevano preoccupazioni per la gestione del trasporto pubblico, che deve conciliare salute pubblica ed efficienza del servizio. Oggi ci sarà una riunione al ministero dei Trasporti, le Regioni chiedono sussidi per 300 milioni di euro, Ridurre la capienza di bus e metro, secondo le associazioni di categoria, lascerebbe a piedi circa 275mila persone al giorno. Possibili nuove misure sui trasporti.

Negli allegati al Dpcm viene confermata una capienza massima per il trasporto pubblico “non superiore all’80%” che però, fanno notare dal Cts, in molti casi si è già tradotta nel 100%. Ecco perché gli scienziati avevano chiesto che si tornasse ad un’occupazione del 50%, una percentuale che, secondo l’Associazione delle aziende del Tpl (Asstra), penalizzerebbe gli utenti. Il Cts, nell’ultima riunione con il ministro Speranza, ha ribadito “l’assoluta necessità” dei controlli su bus e metro rilanciando una serie di proposte fatte già a maggio, come lo scaglionamento degli ingressi e l’apertura delle Ztl, misure che questa volta forse verranno prese in considerazione. 

Nuove misure per bus e metroIl governo, quindi, potrebbe intervenire ben prima della scadenza del Dpcm fissata al 13 novembre per adottare nuovi provvedimenti per alleggerire la pressione sui mezzi pubblici: controlli su bus e metropolitane, orari di ingresso e uscita scaglionati per uffici e scuole superiori, apertura delle Ztl, ulteriore potenziamento dello smart working. 

Bonaccini: “Sui trasporti le Regioni non hanno colpe” Sulla questione è intervenuto ancora una volta Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni. “Dobbiamo fare tutto il possibile per mantenere la didattica in presenza. L’idea della “didattica a distanza per le superiori è stata ipotizzata legittimamente da alcune Regioni come rimedio estremo qualora il governo avesse deciso di ridurre la capienza attualmente prevista per i mezzi di trasporto pubblico. Prima di rimettere i ragazzi a casa va esperita ogni altra possibilità”.

Sui trasporti “l’attuale capienza – spiega a La Repubblica – è stata condivisa per tempo con il Comitato tecnico scientifico, insieme alle regole di sicurezza da adottare sui mezzi, a partire dall’uso obbligatorio della mascherina. Dopo il riavvio delle scuole, di tutte le attività economiche e dei servizi, permette di garantire un servizio che non lasci nessuno a terra. Ma siamo pronti a raccogliere e vagliare altre proposte”.

Zaia: “Programmare la didattica a distanza per evitare stop totali”Anche il Veneto ha fatto sentire la sua voce su questo delicato tema. “Se è vero lo scenario che prefigura il governo, anche se in via prudenziale, non possiamo non pensare di mettere in sicurezza anche il mondo della scuola. Quindi io, con il massimo rispetto e in punta di piedi, ho posto la questione. Tanto che ne ho parlato nella sede più corretta, con i colleghi governatori la cui reazione è stata assolutamente positiva”, ricorda il governatore Luca Zaia in un’intervista al Corriere della Sera. “Con la chiusura delle scuole sono andate in tilt le famiglie che hanno figli minori. Allora perché non valutare in via preventiva un eventuale piano per fare formazione a distanza alternata a lezioni in presenza con i ragazzi più grandi, dai 16 anni in su?”, si chiede il governatore. “Parliamone ora perché serve il tempo di mettere a punto anche tutta la parte tecnologica: si chiama programmare e ottimizzare”. 

Al ministro Azzolina, Zaia dice che “l’apertura delle scuole è un must per tutti noi, lo dice uno che si è battuto per le riaperture. Il tema è un altro: se vai in vacanza con previsioni di sole per tutta la settimana, in valigia un ombrello ce lo metti comunque. Dopodiché la competenza è del ministro e del governo visto che, purtroppo, non ci ha concesso l’autonomia”.

Speranza: “Smart working e orari scaglionati”“Quello del trasporto pubblico urbano è un tema vero: oggi c’è una riunione tra tutti gli assessori regionali ai Trasporti e i ministri competenti. Noi verificheremo le situazioni e le condizioni, al momento la mia opinione è che dobbiamo provare a lavorare soprattutto su due ambiti: favorire la possibilità di un rafforzamento dello smart working, che può essere ulteriormente implementata e utilizzata in questa fase; e provare ad incentivare e rafforzare ancora di più le differenziazioni di accesso e ingresso negli uffici pubblici e nelle scuole”. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza, durante un’audizione alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza.

“Partirei da queste due strade – ha precisato il ministro – provando a non entrare immediatamente nelle questioni che riguardano la scuola, che e’ considerata dal governo una priorità assoluta. Tutto ciò che si può mettere in campo per affrontare il  tema legittimo dei trasporti va fatto partendo da altro rispetto alla scuola. Poi chiaramente l’evoluzione epidemiologica chiederà valutazioni in corso settimana dopo settimana”, ha concluso Speranza.

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