Buono spesa per le famiglie con il decreto Ristori ter: ecco come ottenerlo

Redazione

Pubblicato in Gazzetta ufficiale il provvedimento che verrà finanziato con un nuovo fondo di 400 milioni di euro da destinare ai Comuni. L’obiettivo è quello di sostenere quei nuclei familiari che si trovano in difficoltà: l’aiuto arriverà attraverso l’erogazione di buoni spesa e generi di prima necessità, come avvenne durante la prima fase della pandemia

Con il decreto Ristori ter torna il buono spesa per le famiglie: il provvedimento è stato pubblicato ufficialmente in Gazzetta e sarà finanziato con un fondo di 400 milioni di euro da parte del governo. Risorse che verranno destinate ai Comuni che poi saranno incaricati di individuare le famiglie in maggiore difficoltà alle quali elargire il buono.

È l’amministrazione locale infatti, sulla base della nota di indirizzo dell’Anci dello scorso marzo, che fa riferimento all’Ordinanza della protezione civile n.658, a definire i criteri di attribuzione del buono spesa e gli aventi diritto. Ogni singolo cittadino dovrà quindi fare riferimento al proprio Comune di residenza per conoscere i dettagli specifici e le modalità di accesso al bonus spesa.

Come avvenuto durante il lockdown dello scorso marzo, dovrebbe essere il Comune di appartenenza a mettere a disposizione dei cittadini un modulo di autocertificazione con il quale richiedere il buono spesa. Modulo nel quale verrà anche segnalata la numerosità del nucleo familiare e se eventualmente si ricevono già altre forme di sostegno come il reddito di cittadinanza.

Il contributo potrà variare da un minimo di 300 euro ad un massimo di 500 euro.

Come già avvenuto con i provvedimenti precedenti, il valore bonus è condizionato dalla composizione del nucleo familiare. Nello specifico, i bonus spesa dovrebbero variare dai 300 euro per una famiglia composta da una o due persone ai 500 euro per quelle composte da cinque i più persone. Saranno 400 per i nuclei familiari di tre o quattro individui.

I buoni spesa saranno utilizzabili per l’acquisto di generi di prima necessità presso gli esercizi commerciali contenuti in un elenco che ciascun Comune dovrà pubblicare sul proprio sito istituzionale. Le amministrazioni comunali, in alternativa, potranno decidere di non erogare alcun tipo di bonus spesa, ma potranno decidere di consegnare la spesa a domicilio a quelle famiglie che ne avrebbero diritto.

Non saranno acquistabili prodotti che non siano generi di prima necessità.

“Si tratta di una risposta puntuale e precisa all’invito fatto al governo di provvedere a rifinanziare, nel più breve tempo possibile, una misura, quella dei buoni spesa, che aveva già manifestato la sua forte efficacia nella scorsa primavera”, ha detto nei giorni scorsi il presidente della Commissione Politiche Ue del Senato, Dario Stefano.