Il pensiero dello psichiatra Franco Lauria sulla giornata contro la violenza sulle donne

Redazione

Oggi 25 Novembre giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Siamo tutti contro la violenza dei maschi sulle donne, delle donne sulle donne, delle donne sui maschi.

Ma l’attenzione viene spostata esclusivamente contro la violenza del maschio eterosessuale sulla donna. Viene rimossa del tutto la violenza delle donne sui maschi, delle donne sulle altre donne e la violenza delle donne sui bambini.

Perché chi promuove queste giornate ha da fare passare una sua ideologia: le donne sono vittime, sempre, dei maschi.
Non è vero, o almeno non è sempre vero, ma poco importa. Bisogna insistere sempre su questo punto, giornalmente, istituendo anche una giornata mondiale dedicata tutta a questa ideologia. Non bastava l’otto marzo, non bastavano le varie leggi, tipo la Bongiorno con il suo codice rosso, tipo la buona scuola di Renzi, non bastava la legge sul divorzio e sull’aborto. Non bastavano le varie 104, che fanno sì che molte donne freghino nei concorsi altre donne, oltre ai maschi e che se ne stiano a casa percependo lo stesso stipendio nei giorni che dicono loro. No, non sbastava perché non basta mai, ed allora?Allora centri antiviolenza finanziati dallo Stato, e se ne chiedono sempre di più. Magari uno per ogni città e tutti rigorosamente finanziati dallo Stato e gestiti dalle donne di sx e dalle loro associazioni, dalle femministe e dagli lgbtq.
Tutti mantenuti, qualche volantino, qualche conferenzina e giù centinaia di migliaia di euro a queste donne democratiche e di sx, alle femministe e agli lgbtq. Le donne di dx no, quelle sono stupidine, oche, magari belline, ma senza cervello.
Ed allora insistiamo, che il momento è buono. Chiediamo altre cose, sempre, perché noi donne siamo le vittime e voi uomini siete stronzi e carnefici. Almeno quelli di dx che non si rassegnano alla effeminatezza e alla perdita della dignità. Gli altri, i rassegnati, i maschi effeminati, i cavalier serventi, i buoni, quelli vengono accettati perché servono alle donne che recitano il ruolo di vittime allo scopo di aquisire sempre nuovi privilegi che però loro chiameranno diritti.